domenica 1 luglio 2018

Senza una virgola fuori posto: Piperno su Luccone


Alessandro Piperno, Senza una virgola fuori posto, «la Lettura» del «Corriere della Sera», 17 giugno 2018. Leggi qui il pdf.

È un modo di dire, ma in questo caso no. Leonardo Luccone, traduttore ed editor, scopritore di alcuni gioielli di Cheever, ha compilato un incantevole manualetto sulla punteggiatura. Un bestiario ricco di aneddoti, strafalcioni e curiosità su Calvino e Pavese e Valéry… Perché, è il caso di dirlo, un uso adeguato di punti e virgole, punti e due punti è la spia di una pace interiore, di una raggiunta consapevolezza artistica

Ah, mesta vita del redattore editoriale!
Passa mesi chino sulle bozze, o almeno dovrebbe farlo. Armato di metodo, pazienza, acribia, matite colorate e la cara vecchia gomma da cancellare, esprime la sua fedeltà alla causa nella furia fredda con cui si accanisce su distrazioni e scorciatoie corrive. Con il tempo impara ad alternare riguardo a sospetto, cautela a improntitudine, piedi per terra a voli pindarici. In un mondo più elegante del nostro, il redattore editoriale – l’ultima ruota del carro – godrebbe del potere, dell’autonomia e del credito di un amministratore delegato o di un maître à penser.
Un discorso analogo vale per i traduttori.
Ne ho incontrati di così superciliosi da ingaggiare lotte senza quartiere con testi cocciutamente refrattari alla trasposizione inter-linguistica.
Tienilo a mente, caro scrittore: non aspettarti dalla vita giudici più assennati e scrupolosi, critici più sensibili alle sfumature, lettori più devoti, dei tuoi redattori e dei tuoi traduttori. Ti inizieranno al gusto euforizzante di lavorare con chi è privo di pregiudizi ideologici, con chi se ne sbatte di estetiche autoriali o generalizzazioni critiche, con chi si affida al gusto, al senno, all’orecchio.

Leonardo G. Luccone è traduttore e editor (ai tempi di Giulio Einaudi non c’era quasi distinzione tra queste due categorie professionali). Gli devo la scoperta imperdonabilmente tardiva di alcuni racconti di John Cheever, uno scrittore meraviglioso. E ora anche la compilazione di questo incantevole, informatissimo manualetto sulla punteggiatura: Questione di virgole. Punteggiare rapido e accorto (Laterza). «Al termine del percorso» spera Luccone «scriverete un po’ meno virgole e qualche punto e virgola in più».
Si racconta che una sera Bassani, appena rientrato a Ferrara da Milano, fece dietrofront per tornare in casa editrice a ripulire il suo Airone da una virgola malandrina: lo aveva perseguitato per tutto il viaggio. Storia di ordinaria monomania flaubertiana.
Se la vita del giovane scrittore plana sui cieli burrascosi della cosmologia e della vanagloria, l’esistenza del narratore attempato si consuma nel tepore di una routine laboriosa e instancabile. Lo stile è il suo polmone d’acciaio, e le pause tra un respiro e l’altro sono scandite dal ritmo suadente o convulso dell’interpunzione. Che ne sarebbe di Céline senza i rabbiosi tre punti? Di Nabokov senza le parentesi colme di preziosa profumata mercanzia? Di Gadda senza i pedanti, insistiti due punti?

Luccone è di un laicismo encomiabile. Il suo relativismo vacilla solo di fronte ad alcuni postulati: «A me pazzi e stilisti sono sempre piaciuti – qui ne porto tanti a modello –, però voglio che ci sia un solco entro cui stare la maggior parte del tempo». Le regole sono regole: l’abitudine di mettere una virgola tra soggetto e predicato (così in voga tra i miei studenti) è un errore che non merita eccezioni, deroghe e per carità nessuna indulgenza. Ciò detto, la punteggiatura è efficace se aspira all’onnipotenza e all’invisibilità, come Jahvè, se si mette al servizio della singolare idea di prosa che ogni autore coltiva, che ogni autore dovrebbe coltivare. «La punteggiatura è espressività. La vostra punteggiatura siete voi» ci incoraggia Luccone. Il bestiario da lui allestito è ricco e variegato, così come ricchi e variegati sono gli esempi virtuosi che affastella con un gusto per le tassonomie a dir poco entusiasta.
Non è un caso che, in questo viaggio nel mare aperto della punteggiatura, Luccone affidi a Valéry il ruolo di nocchiero. Che meraviglioso editor sarebbe stato – Valéry, intendo – se non avesse avuto meglio da fare. Nemico dei discorsi vaghi, generici, campati in aria, credeva solo nella forza ordinatrice della sintassi, nella sua capacità suggestiva e potenza retorica. Non c’è sintassi senza punteggiatura. «Tutto ciò che divide per unire è punteggiatura» dice Luccone. A cominciare dal famoso punto a capo che ne L’educazione sentimentale separa «Viaggiò» da «Conobbe la malinconia dei piroscafi»: un’ellissi che esprime l’inutile, faticoso peregrinare di Frederic Moreau, nonché il disincanto senile del suo creatore.

Luccone denuncia la «tremarella da assenza di virgole» che affligge anche stilisti di genio come Calvino e Pavese, inducendoli a errori imperdonabili. È indubbio che l’horror vacui può spingerti a ingolfare la prosa di segnetti pleonastici. Per scrivere cose buone, pare suggerire Luccone, occorre fidarsi di sé e del lettore.
Una punteggiatura adeguata è spia della pace interiore di un buon narratore, di una raggiunta consapevolezza artistica. Ho frequentato molte meno grammatiche di quanto con tutta evidenza non abbia fatto Luccone. Per temperamento sono attratto più dalla prassi che dalla teoria. Ma tale ignoranza non fa che incrementare il mio stupore al cospetto delle mille fattispecie accumulate in questo manuale, suffragate da bizzeffe di esempi gustosi: le virgole cannibali, le virgole che collegano le frasi, le virgole per le enumerazioni, le virgole con le interiezioni o con il gerundio, le virgole prima delle congiunzioni e chi più ne ha più ne metta…
Leggendo non facevo che ripetermi: «Già, è proprio così»; oppure «Ah, ecco perché». Leggendo mi sentivo meno solo, meno stupido, meno alienato. Leggendo mi sembrava di capire che all’origine dell’universo non c’è mica il Verbo, bensì una Virgola meditata e al posto giusto.

Il lamento del signor punto e virgola




Leonardo G. Luccone
Il lamento del signor punto e virgola
Il Fatto Quotidiano, 10 giugno 2018. Leggi qui il pdf.


Buongiorno, sono il punto e virgola e sono ancora vivo; ho deciso di uscire allo scoperto per togliermi qualche sassolino dalle scarpe. Non sapete quanto mi pesa usare gli altri segni, lo so che siamo tutti necessari, anzi è proprio ciò che voglio sostenere – ognuno col suo compito, ognuno pronto a essere flesso dalla creatività dello scrivente –, ma ne ho subite troppe di umiliazioni e rischio di cadere in depressione.
C’è il partito di quelli che sostengono che non servo a niente: mi getterebbero alle ortiche senza rimpianti; tra questi c’è un editore che mi ha soppresso dalle sue norme redazionali. Il bontempone ha vietato ai suoi redattori di impiegarmi. Ma ci pensate? È vero che ognuno a casa sua fa quello che gli pare, ma questo è terrorismo interpuntorio.
C’è poi il partito dei possibilisti, che sì riconoscono la mia esistenza, il mio status, ma mi trattano come l’amica eccentrica, che puoi invitare a cena al massimo una volta all’anno. Ecco, nella loro grammatica compaio tutt’al più come una curiosità – una specie rara. Li senti dire «oggi ho usato il punto e virgola» come se stessero chiedendo il permesso per fare la pipì. Sono gli stessi che mi relegherebbero alla saggistica pomposa, o nel regno del burocratese a veicolare garbugli in mezzo ai garbugli, lì dove le frasi sono lunghe e sbilenche per statuto, come se per legge la forma dipendesse dall’ambito.
Per ultimo c’è la folta compagine di coloro che non mi conoscono, se non per sentito dire. Non si sentono autorizzati a usarmi. (Eh, sì, sto dando per scontato ciò che le statistiche del piffero decretano ogni due per tre: nessuno legge più il becco di un libro; e dico libro perché sui giornali non c’è pericolo di trovarmi. Tra qualche giorno vedrete un annuncio a tutta pagina: cercansi punti e virgola sui giornali. lauta ricompensa. Mi è costato uno sproposito.)
A scuola non si insegna più la punteggiatura: non c’è tempo, non c’è voglia, o che ne so. Posso giudicare solo i risultati, e per me quello che conta di più è la disaffezione, il pochissimo amore per la lingua. Parlo in generale, non v’offendete se avete la coscienza pulita. Dicevo che a scuola non c’è più tempo per la grammatica, figuriamoci quanto posso essere popolare tra le nuove generazioni; nei social network compaio per ragioni errate – pardon, diverse: faccio comodo; sono parte necessaria di una delle emoticon più diffuse – questa qui: ;) –, ma non c’è da esserne orgogliosi perché oramai s’imbarcano i simboli più disperati (senza offesa, eh).
Una volta uno studentello mi ha detto che gli faccio paura. «Perché mai?» ho risposto. «Perché la professoressa vuole farci fare il dettato e io non so mai quando usarti.» «Tu prova e vedi cosa succede.» «Sì, ma poi la professoressa mi mette “mediocre”. Non ci ho capito niente. Dice che tu sei la pausa intermedia, ma io non ho capito cos’è “la pausa intermedia”. Con il punto è facile, con la virgola pure, basta che stai attento a non metterla tra il soggetto e il verbo e ti ricordi di chiudere gli incisi. Ma con te, proprio non so come si fa. Ho cercato su internet, ma non ci ho capito niente.» «Povero cucciolo» volevo dirgli, ma l’ho solo pensato. Volevo dargli ripetizioni di punto e virgola, ma di questi tempi chissà che idea si sarebbero fatti i genitori.
Allora, intendiamoci una volta e per sempre. Io non sono una pausa e la punteggiatura non discrimina le pause né la respirazione, io non sono intermedio; io sono un signor segno e voglio che mi trattiate con rispetto. Voglio che mi diciate «buonasera, signor punto e virgola, la prego si accomodi». Voglio che i ragazzi mi diano il cinque. Voglio semplicemente fare ciò che mi riesce meglio: dividere senza separare, lasciando una cordicella di collegamento; voglio scandire i concetti in un flusso articolato; voglio distinguere gli elementi di un elenco complesso, fatto di frasi grassottelle, così si capisce chi appartiene a chi e non si fa confusione con gli incisi (che, ve lo dico, sono i miei compagni di merende).
Ebbene sì: sono un operatore logico e ho più di cinquecento anni di onorata carriera alle spalle. Santi furono Bembo e Manuzio, e Griffo che mi foggiò, ma questa è un’altra storia.
«Resteremo soli con il punto» ha detto qualcuno, e mi sa che sarà uno schifo. La odio questa scrittura a mitraglietta che scempia i giornali. Sono aperto a tutto, ma alla tirannia di punti e di virgole tuttofare non mi piego. Per necessità o virtù, o semplicemente per vezzo, avete bisogno di me. «Passano gli anni, i treni, i topi per le fogne» diceva il poeta. Passeranno pure le semplificazioni, perché voi siete la vostra punteggiatura, la punteggiatura è fusa con lo stile e lo stile è il pungolo del contenuto. Facciamolo scorrere su binari solidi e belli lisci. Ah, quando volete metterci un po’ di sgurz (vediamo se su google trovate cos’è); fate come Moravia, al suo esordio, negli Indifferenti: «Entrò Carla; aveva indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel movimento di chiudere l’uscio per fargliela salire di un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura; una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo seduto sul divano; un’oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto». E non ditemi che non è meraviglioso.


mercoledì 16 maggio 2018

retabloid, il secondo numero. Chiamata alle armi per narratori e illustratori

Ecco la nuova call per retabloid fiction issue #2.
Seguite queste semplici regole:
narrazioni
  1. Deadline per gli invii: 12 luglio 2018. Questa selezione si riferisce solo al numero speciale di settembre 2018 (possono partecipare anche i narratori già selezionati nei precedenti numeri);
  2. Il lavoro deve essere completamente inedito (anche su internet). Lunghezza massima: 30.000 battute compresi gli spazi. Si può partecipare con un solo contributo;
  3. Formattate così la proposta: interlinea singola o 1,5; font Times New Roman o Garamond, corpo 12 o 14; impostazione pagina A4, i margini non devono eccedere i 3 cm. Mettete il numero di pagina;
  4. Nominate così il file: cognome_titolosintetico_retabloid2_data
    Esempio: derossi_santi-giorni_6giu18.doc
    Quindi: tutto minuscolo, no accenti, no spazi eccetera;
  5. Mandate file Word (doc, docx o rft) o Open Office (odt). Non mandate pdf o pages;
  6. Mettete il vostro nome nel file, il numero di pagina e, alla fine, una vostra biografia di massimo 800 battute compresi gli spazi da scrivere sul modello di quelle precedentemente pubblicate;
  7. Inviare a redazione@oblique.it. Oggetto della mail: retabloid fiction issue 2, vostro cognome;
  8. Se la vostra proposta verrà selezionata saremo noi a contattarvi via mail. Non chiamateci né scriveteci per chiederci informazioni sulla eventuale pubblicazione né pareri. Vista la mole di materiale in arrivo non possiamo darne;
  9. In caso di pubblicazione non è previsto compenso;
  10. Se il vostro lavoro verrà selezionato vi chiederemo di firmare una liberatoria chiara e rispettosa.

foto e illustrazioni
  1. Deadline 12 luglio 2018. Questa selezione si riferisce solo al numero speciale di settembre 2018;
  2. Fateci vedere cosa sapete fare. Mandateci una selezione dei vostri lavori. Le opere devono essere inedite (compresa la pubblicazione sui social media). Per la selezione vanno bene anche opere già pubblicate a patto che siate disposti a farne di nuove;
  3. Mandateci i file via wetransfer a cui farete seguire una mail a redazione@oblique.it con la vostra biografia e link ad altri vostri lavori. Oggetto della mail: illustrazioni, retabloid2 fiction issue, vostro cognome;
  4. Se la vostra proposta verrà selezionata saremo noi a contattarvi via mail. Non chiamateci né scriveteci per chiederci informazioni sulla eventuale pubblicazione né pareri. Vista la mole di materiale in arrivo non possiamo darne;
  5. In caso di pubblicazione non è previsto compenso;
  6. Se il vostro lavoro verrà selezionato vi chiederemo di firmare una liberatoria chiara e rispettosa.

Il principe con lo sconto


Happy Days. Iscriviti al corso principe di Oblique (ottobre 2018-gennaio 2019) risparmiando un sacco di soldi.
Oggi domani e dopodomani.
http://www.oblique.it/formazione_redattorieditoriali.html

domenica 18 marzo 2018

retabloid: una rivista che pubblica racconti inediti di esordienti




















retabloid fiction issue #1

Federico Armani, Intrusi;
Nicola Cordeschi, Le olandesi volanti;
Laura Fusconi, Il carnevale delle cimici;
Dante Impieri, Dark Room;
Jacopo La Forgia, Congedo;
Elisa Leoni, Berta;
Elvis Malaj, Legna per l’inverno;
Ivan Polidoro, Cane
L. Filippo Santaniello, Trojan.

Illustrazioni (tra gli altri) di Alice Mestriner, Marco Mazzucchelli, Alfredo Patera, Sylvie Contoz.
retabloid non è in vendita. Puoi donare quello che vuoi (il ricavato sarà investito per il prossimo fiction issue). Per averlo è sufficiente scriverci. Per le donazioni trovate l’iban nella sezione contatti. Nella causale specificate nome e indirizzo per la spedizione.

Un corso per imparare a fare il redattore in casa editrice

approfondire

Un corso per imparare i mestieri del libro.
L'unico corso che dà competenze:
- correzione di bozze;
- impaginazione;
- realizzazione di ebook;
- valutazione di manoscritti;
- scouting;
- scrittura di testi editoriali.

L'unico corso fondato sulla pratica.

Redattore, editor, ufficio stampa, ufficio diritti, commerciale.
Tra gli argomenti trattati:
il mondo dell’editoria, l’evoluzione del mercato librario, i grandi editori, l’editoria internazionale e in particolare quella angloamericana, la redazione: funzioni e ruoli, la direzione editoriale, l’editor, l’ufficio stampa, il mercato dei diritti, la valutazione dei testi, l’editing, la revisione delle traduzioni, la correzione delle bozze, il progetto grafico, componenti testuali e paratestuali, gli strumenti del redattore, la promozione, la distribuzione e la vendita, le nuove frontiere del libro (gli ebook e l’editoria digitale), la pianificazione del lavoro, il preventivo, trovare lavoro in editoria, eccetera.

Modulo di iscrizione
Programma dettagliato del corso
Feedback degli allievi a fine corso
Dopo il corso: testimonianze ed esperienze di stage e lavoro
Cosa dicono i professionisti del corso principe
Leggi le faq

Per approfondire vai qui.

giovedì 1 febbraio 2018

retabloid fiction issue #1

 retabloid fiction issue #1


Ecco #retabloid fiction issue#1
lo potete scaricare qui:
http://www.oblique.it/images/retabloid/fiction/retabloid_fi1.pdf

Federico Armani, Intrusi
Nicola Cordeschi, Le olandesi volanti
Laura Fusconi, Il carnevale delle cimici
Dante Impieri (Dante Dellamorte), Dark Room
Jacopo La Forgia, Congedo
Elisa Leoni, Berta
Elvis Malaj, Legna per l’inverno
Ivan Polidoro, Cane
Filippo Santaniello, Trojan

fotografie (tra gli altri) di Alice Mestriner, Marco Mazzucchelli, Alfredo Patera, Sylvie Contoz.

Il nuovo corso principe per redattori editoriali

Corso principe per redattori editoriali (ultimi posti) ottobre 2018-gennaio 2019  Impara a fare il redattore con Oblique Studio Per maggi...